Lettera da Varsavia

 

 

   

 

Sono in un internet caffé della stazione centrale di Varsavia. Al mio fianco, sulla destra, c'è un uomo sui 35 anni che sta visitando siti porno. Sperava che nessuno se ne accorgesse, ma ha scaricato un video dimenticando di togliere l'audio e quando è partito il sonoro sembrava di stare in un bordello di Varsavia fine ottocento. Non so come fossero, ma di sicuro, qualcosa del genere. Sapete, qui i gemiti non dicono "Siiiii, Dio miooo!" ma "Taaaaak, moj bozeeee!". Buffo! Alla mia sinistra c'è una ragazza sui 25 anni. Sta piangendo adesso. Sta cercando di scrivere una email ma ogni volta che scrive qualcosa, la cancella. Non so che lingua sia, slava credo, ma non polacco. Dietro di me c'è un divano con due ragazzi giapponesi che giocano alla playstation, stanno facendo i mondiali. Ora c'è Italia contro Inghlilterra. I cretini ci stanno facendo perdere due ad uno. Sotto di me c'è un pavimento finto granito (non me ne intendo di granito, ma credo sia finto), uno scontrino buttato da qualcuno e vari cavi per computer. Vediamo lo scontrino.
"Ksazarna Tania. ulica Chmielna 34 - Lodz" È di una libreria di Lodz, un libro da 30 zloti, quindicimila lire circa (scusate, ragiono ancora in lire...7,5 euro circa). La data è di oggi, quindi qui puliscono il pavimento, pur se in finto granito. Sopra di me c'è il rilevatore antifumo e un ventilatore che non serve a niente perché fa comunque caldo. Davanti a me... ci sei tu.
Ha segnato l'Italia, con Dino Baggio! Andateglielo a dire ai giapponesi che non c'è ai mondiali!

Non ci vedremo per altri due mesi almeno. In totale sarò stato lontano da casa circa cinque mesi, centocinquanta giorni. E di tutte le cose che ho fatto, che ho visto, che ho vissuto, non saprò cosa dirvi. Ma quello che voglio davvero trasmettervi è il senso, la "morale della favola". I singoli episodi si focalizzano sui dettagli, ed io non voglio questo. Perché io per primo non ricorderò tutte le cose che ho fatto. Non ricorderò tutte le persone che ho conosciuto e le esperienze che ho vissuto. Ma ognuna di queste mi ha cambiato, anche se non la ricorderò. Una statua non ricorda ogni singolo colpo che ha ricevuto dallo scalpello, ma ha quella forma grazie ad ogni singolo colpo. Ed io non voglio parlarvi dei singoli colpi, ma della statua.
Ho trovato molta difficoltà a parlare a voi della mia vita qui. Sapete, qualche anno fa sono stato nei Pirenei spagnoli, ad Ordeza. Da qui si prende una mulattiera che si avvolge sulla montagna per ben 23 kilometri, tutti a piedi (me li ricordo tutti), fra cascatelle, alberi e animali. Faticosissimo, non sentivo più le gambe. Finalmente si arriva ad un ristoro, Agües Tortes, dove c'è un piccolo paese di forse 100 o 200 persone. Una donna anziana portava in testa un cesto e mio padre volle scattarle una foto. La donna, orgogliosa, rispose di non voler essere fotografata: non era mai uscita in vita sua dal suo paese e non voleva uscirci neanche in foto. Lì era vissuta sempre. E sempre lì voleva rimanere, viva, morta o in foto. Rimasi sconvolto. Avevo 16 anni ed avevo già visitato mezza Europa, e quella donna sull'ottantina non aveva mai visto altro che il suo paese. Mi dispiacque di non poter parlare spagnolo. Avrei voluto raccontarle delle cose che lei non ha mai visto e non vedrà mai. Avrei voluto parlarle del mare, che lei neanche immagina come sia grande. Ma anche del traffico, dei grattacieli, dei Macdonalds, degli stadi di calcio, della cappella sistina. Ma ero giovane ed ingenuo. Anche parlandole in spagnolo, con quali parole avrei potuto farle capire cos'è il mare? Le avrei detto : "È una immensa distesa d'acqua, profonda, con l'acqua che si muove e forma onde a volte giganti, con enormi pesci, con l'acqua che sa di sale, con gente che va in barca, in navi, navi grandi come paesi, e si naviga per giorni, e d'estate ci sono migliaia di persone che si mettono in file e file di ombrelloni a prendere il sole"
E cosa avrebbe capito? Avrebbe pensato ad un lago la cui acqua fa strani movimenti e con barchette. Inoltre, gente che non si capisce per quale motivo perda tempo al sole. Non avrebbe capito nulla di quello che volevo comunicarle, e sfido chiunque di voi a riuscire a spiegarle perché la gente si abbronzi e passi le ore al sole. Bisognerebbe spiegarle tante di quelle cose che si comprende subito come sia un'impresa disperata. E se non si può neanche farle capire cosa sia il mare...

Ebbene, non vi sembri esagerato, e non sentitevi offesi da quello che sto per dire, ma è la stessa difficoltà che incontro io quando devo scrivervi o parlare di quello che mi succede qui. Forse non è la prima volta che la sentite, ma ho letto da qualche parte questa frase: "Il mondo è come un libro. Se non andate mai via da casa, è come se leggete sempre la stessa pagina"
Ed è proprio così, credetemi. Solo quando leggerete il resto del libro, capirete quanto e se è importante la vostra pagina. Leggendo la pagina precedente e la pagina successiva, capirete molto di più della vostra. Quello che pensavate essere importante, diventa un'inezia. Quello che non avevate mai notato vi balzerà agli occhi. Quei passaggi che non riuscivate a capire, vi risulteranno chiari. E una volta che inizierete a leggere, nessuno più potrà fermarvi.
E leggetelo questo libro. È bellissimo. E per farlo non avrete l'eternità. Avrete solo la vostra vita. E, per Dio, quanti altri anni pensate di vivere ancora su questo cazzo di pianeta? Settanta? Ottanta? Bée; quelli che siano. E di questi, per quanti altri anni ancora sarete giovani per poterlo fare come si deve? Per quanti altri anni ancora non avrete una famiglia a cui pensare, un bambino da allevare? Per quanti altri anni ancora non avrete la mente impigrita dalla routine del vostro lavoro? Per quanti anni ancora potrete permettervi di stendervi su un prato senza che la cravatta si sgualcisca? Per quanti anni ancora avrete l'energia per viaggiare alla scoperta del mondo? Per quanti altri anni sarete giovani? Sette? Otto? Bée;, non piu' di dieci. Non avrete mai più 23 anni. Ne avrete 54. Non piu' 24, ma 62. Avete in mano un fiammifero, che è la vostra giovinezza. Non rimanete a guardare la fiamma che lo consuma. Un fiammifero spento non prende più fuoco. Eppure, con lo stesso fiammifero, potreste dar fuoco al mondo, potenzialmente. Avvicinatelo al mondo, e non abbiate paura di scottarvi. Sentirete un piacevole calore e mai un bruciore, mai.

E quando vi imploro di viaggiare e di scoprire nel mondo dove vivete, intendo dirvi di vivere qualche mese in un altro posto, di viverlo, non di andare in un villaggio vacanze o con un autobus "solo ultimi cinquanta posti con aria condizionata frigo bar con proiezione film quel gran pezzo dell'ubalda con visita di Praga Budapest Bratislava Vienna Salisburgo in Tre giorni e due notti prima colazione a buffet inclusa. Guida in italiano sul posto."
Questo (villaggi e tour) non vuol dire viaggiare. Vuol dire spostare il culo. Dovete vivere una realtà, non la sua cartolina. Parlare con la gente, mangiare con la gente, entrare nelle loro case, nei loro pensieri, rivivere nei loro racconti le loro vite. Capire quello che pensano, osservare quello che fanno, vivere quello che vivono. E, attraverso le città, capire cosa è successo lì nel passato, come viveva la gente, cosa ha lasciato la storia.
Solo così respirerete il carbone di una miniera in Bielorussia come Piotr, o ucciderete 40 talebani come David, o farete il bagno in Groenlandia come non ricordo chi, o assalterete l'ufficio postale di Danzica il primo settembre 1939 come i tedeschi, o vi sentirete morire ad Auschwitz con oltre un milione di persone, o vi sentirete discriminati percheé omosessuali come Simon, o sentirete una freccia nemica nel petto come il suonatore di Cracovia, o sentirete i cingoli dei carri armati russi come a Praga nel 1968, o avrete il sudore come un anziano che ha lavorato in una fabbrica tedesca sotto terra, 167 metri sotto terra. Avevano messo un'industria di aerei in una ex miniera per evitare che venisse bombardata, ed oggi quell'uomo che vi ha lavorato, porta ancora le cicatrici, nel fisico e nell'anima. Parlerete con chi ha conosciuto il Dalai Lama, e con un discendente degli Inca, farete l'amore con una lituana, ed una polacca vi abbraccerà gridando di non lasciarla mai. Avrete la stessa sfacciataggine del mio professore che usò in Polonia la parola "marketing" nel 1988 rischiando di essere ucciso sul posto: era una parola vietata. Starete a parlare fino all'alba con una texana che ama la Russia, vi addormenterete all'aperto su un prato ed a svegliarvi verrà il sole del mattino, e sentirete la rugiada sulla faccia. Mangerete il gulash di una famiglia ungherese, e vi chiederanno come diavolo usare l'aceto di Modena avuto in regalo. "Va bene nel gulash?". Sarete un pirata informatico come James, e starete ad ascoltare le astruse teorie di Pierre, un matematico francese sicuro di avere in mano una formula che può cambiare il mondo. Imparerete a parlare un'altra lingua e consolerete la figlia di un padre snaturato. Alina si innamorerà del vostro sorriso, e voi scoprirete che nel Nord Europa d'estate il sole non tramonta mai, invidierete un francese che ha vinto al lotto e con quei soldi fa il giro del mondo in moto. Vi stupirete di quanto un australiano osservi le nostre stelle, diverse dalle sue. E adesso le conosce meglio lui di voi. Ed ancora, ed ancora... Vi sentirete parte del mondo, nel senso più stretto che possiate dare alla frase. Vi sentirete albero ed erba, indiano ed ebreo, natura ed uomo, storiae terra. Vi sentirete liberi come non vi siete mai sentiti. Solo voi ed il mondo. Quindi, solo voi.
E non venitemi a dire che vorreste ma non ne avete i soldi o il tempo. Sapete voi per primi che è una puttanata. Non state morendo di fame. E per vedere il mondo basta poco. La voglia di farlo. Per di più potete lavorare nei posti dove andate. E se non volete lavorare, per girare l'Est Europa un milione basta, viaggi inclusi. E questi 500 euro non saranno sprecati. Saranno il più bell'investimento della vostra vita. Un investimento su voi stessi.

Come li spenderete altrimenti questi soldi? Forse quando a 35 anni deciderete di comprare una macchina nuova vi farete mettere i cerchi in lega, sono solo 500 euro in più. O forse il vestito da sposa, non è più bello con quel merletto belga? È solo 500 euro in più! Ed eccoli lì, i vostri incontri, i vostri viaggi, le vostre scoperte, i vostri sogni. Imbalsamati per sempre in una cerchio di metallo ed in qualche filo intrecciato. Forse a 70 anni finalmente penserete di avere i soldi ed il tempo per viaggiare. E lo farete in alberghi con aria condizionata, con cucina internazionale. E vostra moglie prima di farvi un pompino vi chiederà se deve togliersi la dentiera o no. Ed avrete la testa già schematizzata per poter essere ancora plasmata dalla realtà che vi circonderà. È per questo che ormai so che in Italia ci vivrò poco. Che diamine, sarì sì e no l'un per cento del globo e ci ho già passato più di 20 anni! Ormai mi ci sento quasi straniero. Anche perché alla fine ognuno di noi è straniero da qualche parte, anzi praticamente dappertutto. Sì dappertutto. State attenti quindi quando parlate degli stranieri. Voi, per primi, lo siete al 99 percento. Se lo ignoravate è perché il vostro mondo non è il mondo, ma è solo l'Italia, o anche meno.
E chi viaggia lo si riconosce subito. Ha gli occhi che brillano, la smania di conoscere e di scoprire, una continuo turbinio, un pozzo di esperienze, la rinuncia a comunicare con chi non viaggia per la difficoltà che si riscontra, una più equilibrata visione delle cose, l'assenza di pregiudizi. Perché nella vita non dovete aver paura della violenza. Ma dell'ignoranza. È la peggior piaga dell'umanità e tutti i mali ne derivano. Chi ha viaggiato, è sempre tollerante, mai superbo e sempre umile, sempre curioso e mai saccente, sempre con l'orecchio disposto ad ascoltare. E per non essere ignoranti basta leggere. Io vi consiglio di leggere il libro più bello: il posto dove avete la fortuna di vivere, questo pianeta.

Lo so, non ci sono riuscito. Non so se ho saputo dirvi quello che volevo e non so quello che ora pensate di me. Forse pensate che sia un pò fuori. Fa niente, l'importante è che mi vogliate ancora bene. Io ve ne voglio.
Alla mia destra non c'è più il pornomane. Adesso c'è un ragazzo che gioca a Wolfenstein. A sinistra c'è ancora la ragazza. Mentre vi scrivevo ci ho parlato un pò. Si chiama Zhanna. È di Brno, Repubblica Ceca. Ha litigato con il suo ragazzo, che è rumeno ma studia a Praga. Qualche giorno fa l'hanno chiamata da Praga: lui ha cercato di suicidarsi perché lei l'ha lasciato. Ora lui sta bene ma lei si sente in colpa, e non sa cosa scrivergli. Poverina, si vedeva che aveva voglia di sfogarsi
I due giapponesi dietro se ne sono andati, alla fine l'Italia ha vinto non solo con l'Inghilterra, ma anche i mondiali ai rigori. Si vede che è solo un gioco! Davanti a me ci siete ancora voi... ma che ci fate ancora lì? Alzatevi, aprite la porta, camminate e non fermatevi, mai... Ci incontreremo, in giro, da qualche parte, nel mondo... ;) 

Francesco

 

 

Author & Designer: Simeone Andrulli
tymbaryon@gmail.com
© Tymbaryon